Lerca(Capp. S.Anna)-M.Rama
Lerca (Capp. S.Anna)
| Capp. S.Anna – Case Piana – Pendici Punta Coletta – Punta Coletta – Bric Camulà- Pendici M. Rama (Fonte) – Monte Rama - Cà Carbunée - fonte Spitsu - vallone Rio Lerca - Capp. S.Anna
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Accesso:
da Cogoleto si segue per circa 1 km la via Aurelia in direzione di Arenzano, quindi si prende a sinistra la diramazione che sale a Lerca e si prosegue fino alla Cappella di Sant'Anna (161 m).
Itinerario: Dalla Cappella di Sant'Anna si continua per circa 1Km lungo la strada asfaltata e, giunti nei pressi di un serbatoio dell'acquedotto, si imbocca un sentiero che sale ripido verso nord-ovest (segnavia "due linee rosse" e "A rossa in campo bianco") fino a incontrare una mulattiera che taglia a mezza costa verso il vallone del Rio di Lerca. Dopo alcune centinaia di metri si abbandona la mulattiera segnalata con le due linee rosse e si sale a sinistra tra cespugli e pini radi (segnavia "cerchio rosso pieno" e "A rossa in campo bianco"). Oltrepassato un traliccio dell'alta tensione si continua a salire lungo un ampio costone. La mulattiera prosegue a mezza costa aggira il Bric Camula', sale al Passo Camula' (790 m), dove piega a destra sul versante sud-est del Monte Rama. Proseguendo tra boschi di pini si giunge a una fonte, poi si passa ai piedi di pareti rocciose verticali(partenza Via del Nonno). Superati alcuni tornanti, si incontra un bivio: si lascia a destra la mulattiera contrassegnata dalla A rossa e si prosegue sul sentiero segnalato con il cerchio rosso pieno, che conduce sulla cima del Monte Rama (1150 m). Dalla vetta si scende per la stessa via fino al primo bivio dove si svolta a sinistra(segnavia A rossa), proseguendo in leggera discesa si giunge alla Casa Carbunée e dopo poche decine di metri alla fonte Spinsu. Quì si scende sulla destra per il segnavia "due XX rosse" tra tratti erbosi e detriti glaciali, fino a raggiungere il Vallone del Rio di Lerca; è un luogo selvaggio, incassato tra gli imponenti contrafforti rocciosi dei monti Rama e Argentèa, con il rio che scorre in una profonda gola formando laghetti e cascatelle. Il sentiero attraversa il rio e lo costeggia dall'alto fino a ritornare sul percorso della salita. Dopo pochi minuti si giunge sulla strada asfaltata che porta alla Capp. di S.Anna, punto di partenza.
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Difficoltà: E - Dislivello: 985 m - Tempo di salita: 2h 45' - Lunghezza: 5,1 Km
Tempo discesa: 3h - Lunghezza tot.: 11,5 Km
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Ge.Acquasanta(F.S.) - Punta Martin - M.Pennello - Colla - Ge.Acquasanta(F.S.)
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Ge.Acquasanta(Santuario/Staz.FS) - Case Pezzuolo - bivio Gazeu - Rocca Calù - Punta Martin - M.Pennello - Rio Baiarda - Colla - Ge.Acquasanta(Santuario/Staz.FS)
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Accesso stradale:
da Voltri si prende la Strada Statale per il Passo del Turchino e prima di arrivare in prossimità del Comune di Mele, si prende la deviazione a destra per località Acquasanta.
Arrivati sullo spiazzo antistante la Chiesa si può parcheggiare oppure proseguire a destra in salita fino a raggiungere la Stazione omonima posta sulla linea Genova-Ovada
Itinerario: Dalla piazza del santuario, prendere a sx dello stesso seguendo il segnavia linea-punto rosso che ci accompagnerà per tutta la salita fino a Punta Martin.
Guidati dal segnavia si sale fino a raggiungere la ferrovia; chi parte dalla stazione F.S. si immetterà sul sentiero a questo punto: entrati in stazione occorre proseguire lungo i binari in direzione di Ovada per circa centocinquanta metri. Attraversati i binari, (attenzione!! il vecchio passaggio a livello pedonale è stato eliminato) si segue il tracciato di una mulattiera fino ad arrivare su un pianoro attraversato da una strada sterrata che conduce ad alcune case. Si oltrepassa Case Pezzuolo e si prosegue per un sentiero che taglia a mezza costa il versante sinistro orografico della vallata del rio Baiardetta fino ad arrivare al bivio Gazeu (290m 0.25 h) ove si trascura la diramazione per Fontanin e Punta Pietralunga. Si continua quindi la risalita lungo il vallone, si raggiunge in breve il rio Baiardetta che si attraversa senza particolari difficoltà portandosi sull'altro versante.
Di qui in avanti il percorso si fa decisamente più ripido e faticoso. La traccia sale fino a raggiungere la panoramica cresta che viene percorsa, all'inizio sul versante sinistro con alcuni tratti nel bosco.
Più in alto si esce allo scoperto alternando tratti di ripido sentiero a facili roccette, si rimontano prima Cima Legea e poi Rocca Calù per arrivare in prossimità del tratto terminale che si sale per sentiero e roccette fino alla vetta di Punta Martin (1001m-2h 45' da Acquasanta) contrassegnata da una robusta croce in metallo . Si tratta di roccette sempre ben protette che non presentano mai grande esposizione.
La vetta offre bei panorami sulla zona del Turchino e del Beigua (sud-ovest / ovest) e sull'Appennino. Si vede il mare e, se è limpido, anche la Corsica, con Voltri e la città di Genova dall'aeroporto all'estremo levante.
Anziché scendere dalla stessa strada, è possibile ritornare ad Acquasanta con un altro percorso, decesamente più lungo ma assai più dolce e panoramico.
Dalla vetta si va in direzione nord-est verso l'ampia dorsale che conduce al Monte Penello (m 985, ore 0.20 dalla punta), dove si svolta a destra passando davanti ad uno dei due bivacchi e si prosegue per sentiero, mal segnalato(presenti rari segni e ometti di pietra), che scende sulla destra delle paline di segnalazione di un metanodotto.
Dolcemente si perde quota avendo sempre il mare davanti; in poco più di un'ora si arriva in prossimità della cappella della Baiarda, caratteristica per il tetto di un verde intenso, dove ad un bivio occorre seguire l'indicazione per Colla.
Il sentiero prosegue sempre in leggera discesa, tra i resti di un bosco di pini marittimi distrutto da un'incendio; un bivio permette, svoltando a sinistra, di raggiungere ed attraversare il Rio Baiarda.
Proseguendo in discesa ed attraversato nuovamente il rio, dopo poco il sentiero si allarga fino a diventare una carrareccia, inizialmente in leggera salita, che dopo alcuni tornanti arriva alle case in loc. Colla dove si incontra l'asfalto.
Imboccando la strada asfaltata sulla destra in discesa, dopo circa 1Km si raggiunge la stazione ferroviaria di Acquasanta e di lì si ritorna al piazzale del Santuario scendendo per la mattonata che inizia di fronte all'edificio della stazione FS.
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Difficoltà: EE - Dislivello: 798 m - Tempo di salita: 2h 45' - Lunghezza: 4,32 Km
Tempo discesa: 2h 50' - Lunghezza tot.: 10,8 Km - Perc.Tot. 5h 35'
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Camogli (F.S.)
Manico del Lume
Rapallo (F.S.)
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Bus da Camogli F.S. per Ruta (chiesa millenaria) - M.Esoli - Passo Quattro Pini - Santuario di Caravaggio- Passo del Gallo- Passo Serra-M. Manico del Lume(802 m) - M. Pegge - Passo della Crocetta- Santuario di Montallegro - percorso dei pellegrini - Rapallo F.S.
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Dalla chiesa millenaria di Ruta di Camogli si segue il sentiero che sale in breve al monte Esoli. Giunti al passo dei Quattro Pini si può ammirare verso levante la penisola di Sestri Levante e punta Mesco; a ponente il golfo Paradiso. Si procede fino ai piani di Caravaggio e all'omonimo bianchissimo Santuario. Proseguendo si giunge al passo del Gallo, si continua seguendo il sentiero che arriva al passo Serra, crocevia di sentieri. Dal passo comincia il tratto più impegnativo dell'escursione, si sale seguendo la cresta per poi affrontare un breve tratto attrezzato che ci porta sulla cima del Manico del Lume. Dalla cima, si può godere di un ottimo panorama sulla sottostante Val Fontanabuona e su buona parte dei monti dell'Appennino, riconoscibili anche grazie ad una targa con l'indicazione di tutti i monti visibili.
Proseguendo lungo il sentiero di crinale si oltrepassa il monte Lasagna per giungere al monte Pegge, sede del rifugio A.N.A. "Margherita". Dal monte Pegge si scende al Passo della Crocetta e proseguendo nel bosco si giunge al santuario di Montallegro; da quì si può raggiungere Rapallo lungo il percorso dei pellegrini.o prendendo la comoda funivia.
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Difficoltà: E - Dislivello: 850 m - Percorrenza: 6h 15' - Lunghezza: 24,1Km
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Rapallo - Sant.Montallegro
Chiavari
| Rapallo F.S. - Santuario Montallegro -Passo la Colla - Case Costa(fonte) - Maxena - Chiavari F.S.
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Da Rapallo si sale lungo una stradella lastricata: l'antica via utilizzata dai pellegrini per raggiungere il Santuario (segnavia ++ rosso). Sale tortuosa attraverso villette, ulivi ed orti con splendidi scorci sul golfo sottostante. In circa un'ora e venti minuti si arriva al santuario. Una volta arrivati al Santuario si gira a destra, sul sentierino che conduce verso Zoagli (segnavia 2 rombi e 2 quadrati rossi). Si attraversa in una fitta leccetta che abbraccia un sentiero largo e agibile, dopo un paio di chilometri si raggiunge un bivio, ma si rimane a monte percorrendo sempre il sentiero, ora più stretto. Poi si prosegue su un tratto più impegnativo (segnavia 2 quadrati rossi), tra rocce e la vegetazione rada in costa al monte. Sulla destra il Golfo di Zoagli. Al bivio seguente scendere sulla sinistra e in pochi minuti si arriva al Passo dell'Anchetta, proseguire avanti sull'asfalto ancora per un po' e prendere sulla sinistra una deviazione che conduce a valle, in prossimità di una curva a gomito (sempre 2 quadrati rossi). Proseguire quindi sullo stretto sentierino nel bosco in direzione delle alture di Chiavari. Il paesaggio cambia, si fa più aperto e mediterraneo: i boschi di castagni, lecci e carpini lasciano il posto agli arbusti e ai muretti a secco.
I due quadrati rossi portano dopo poco tempo alle spalle di Chiavari, precisamente a Maxena, in prossimità della chiesa. Seguendo il sentiero sulla sinistra dell'edificio si arriva in centro città.
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Difficoltà: E - Dislivello: 650 m - Percorrenza: 4h 15' - Lunghezza: 15,1Km
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Ventarola - M. Ramaceto - Ventarola
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Ventarola - Faggeta del Liciorno - Bocca di Feia - Monte Ramaceto - <Alta Via> - Passo della Crocetta - Ventarola
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In auto:
- Genova Est – Bargagli – Ferriere – Passo della Scoglina – Ventarola
- Genova Ovest - Busalla - Montoggio - Laccio - Montebruno - Barbagelata – Passo della Scoglina Ventarola
Itinerario: Si tratta di un itinerario per buoni camminatori, anche se non prevede alcun tratto difficile, caratterizzato dapprima dal placido rio Liciorno, che scorre in un incantato ambiente pianeggiante e soleggiato, poi dalla bella faggeta del Liciorno che si estende in salita fino alla Bocca di Feie, sulla cresta del Ramaceto, infine l'ultimo ripido tratto fino alla cima. La fatica della salita è ampiamente ripagata dall'impareggiabile panorama che si gode dalla vetta; si spazia dall'Appennino settentrionale al mare, dalla Val Padana alle Alpi Centrali. Splendida vista sulla spiaggia di Lavagna e promontorio di Sestri Levante. Per più della metà-dalla Bocca di Feia al Passo della Crocetta - il sentiero percorre l'Alta Via dei Monti Liguri, uno dei più interessanti itinerari della Liguria lungo lo spartiacque tirrenico-padano. Il punto di partenza è il caratteristico borgo di Ventarola, antico nucleo rurale in buono stato di conservazione. Si segue il segnavia "triangolo giallo" fino alla vetta del Ramaceto poi "l'Alta Via" fino al passo della Crocetta dove si svolta in discesa a sinistra, segnavia "tre palle gialle", fino a ricongiungersi con il percorso della salita nel tratto pianeggiante del rio Liciorno; "triangolo giallo" fino a Ventarola.
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Difficoltà: E - Dislivello: 550 m - Percorrenza: 4h 30' - Lunghezza: 10,8Km
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Anello del Monte Aiona
| Rif.Pratomollo - Passo della Spingarda - Quadrivio rio Diagonale -"Strada delle Guardie"- Passo del Cereghetto-Bosco Fontana -"Re della Foresta"- Passo Prè di Lame - Monte Aiona - Passo della Spingarda - Rif.Pratomollo
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In auto:
dal casello di Lavagna (A12 Genova-Livorno) seguire la SP33, SS225 della Val d’Aveto fino a Borzonasca, dove si gira a destra per salire a Prato Sopralacroce poi seguire le indicazioni per il Rif.Pratomollo; gli ultimi otto chilometri di strada sterrata sono sconnessi e irregolari.
Itinerario: Si tratta di un itinerario per buoni camminatori, anche se non prevede alcun tratto difficile, caratterizzato da selve secolari di faccio e di abete bianco che rivestono le pendici del monte e fanno da cornice a spazi lacustri e laghetti alpestri.
Dal Passo della Spingarda (1549 m/20’), trascurando l’Alta Via dei Monti Liguri che sale direttamente all’Aiona, si percorre la strada in terra battuta diretta a nord-est (A3/A4, rombo giallo vuoto) che, alternando faggete ad abetine di rimboscamento, scende a tornanti verso il torrente fino a raggiungere il rio Dragonale.
Dal crocevia di Rio Dragonale (1382 m/50 - Fonte’) si percorre a sinistra la Strada delle Guardie diretta al Passo del Cereghetto (A3, rombo giallo vuoto). L’itinerario si snoda lungo il freddo versante settentrionale dell’Aiona, caratterizzato da un circo glaciale e da cordate moreniche risalenti a 20 mila anni fa. Sono questi i sentieri battuti da un piccolo branco di lupi, difficili da avvistare. Superato il Passo del Cereghetto (1470 m/1h30’) la pista alterna tratti soleggiati e panoramici ad altri immersi nella faggeta, costeggiando grossi torrioni, fino a guadare l'acqua sorgiva del rio Rezzoaglio che scorre lungo uno dei tanti canaloni modellati da antichi ghiacciai. In questo tratto il sentiero presenta una frana di pochi metri con qualche difficoltà per l'attraversamento. Trascurando il sentiero che scende a Cerisola, si avanza nella penombra del Bosco Fontana, faggeta quasi surreale nella stagione autunnale (A1/A3).
Ad un quadrivio si prosegue in piano (A2/A3), trascurando il tracciato che sale a sinistra (due linee gialle parallele) verso il Passo Prè di Lame, e il sentiero che scende a Magnasco (A1). Immersi nella faggeta, dapprima si lambisce una zona umida (Lago di Sopra, 1398 m) e poi, grazie ad una breve deviazione a destra, si scende in uno spiano dove si erge il "Re della Foresta": un faggio monumentale alto 26 metri con circonferenza superiore ai 3 metri.
Guadagnato nuovamente il sentiero principale(A2/A3) si giunge al gomito dell’anello descritto dove si lascia il sentiero(A2) in piano, che raggiunge in breve la strada di servizio della Riserva Orientale delle Agoraie e Moggetto, per guadagnare quota (A3/Alta Via dei Monti Liguri), immersi nella penombra di un bosco di faggi e conifere lambendo piccole zone umide, come la Pozza della Navazza, per poi spostarsi sull’altro versante e raggiungere l'Alta Via(AV).
Proseguendo lungo lo spartiacque tirrenico-padano e seguendo l’Alta Via dei Monti Liguri, si raggiunge il Passo Prè di Lame (1537 m/3h10’) e il versante occidentale dell’Aiona. Piccoli faggi, con la chioma deformata dal vento e dalle severe condizioni climatiche, delimitano l’ambiente aperto dell’Aiona, contrassegnato da brughiera a mirtilli, ginepro nano e in primavera dalle preziose fioriture che ingentiliscono l’altipiano dalle apparenze tipicamente lunari, solcato da roccia di origine glaciale. La natura del substrato, le forti escursioni termiche, l dilavamento del terreno, hanno contribuito alla formazione di pianori dove si alternano zone asciutte ad altre temporaneamente allagate.
Una volta raggiunta la croce del Monte Aiona (1702 m/3h50’) grazie ad una breve deviazione (segnavia rombo rosso), si prosegue lungo l’Alta Via che attraversa l’ampio pianoro. Circondati da un paesaggio quasi lunare in breve si ridiscende al Passo della Spingarda (1549m,/4h30’) e infine al Rifugio Pratomollo. Presso il rifugio una breve escursione conduce a Pietra Borghese, una roccia scura, di origine magmatica, che attira i fulmini e fa impazzire la bussola grazie alle proprietà magnetiche della iherzolite.
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Difficoltà: E - Dislivello: 525 m - Percorrenza: 4h 50' - Lunghezza: 12,2Km
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Valico Eremiti - Monte Tobbio Valico Eremiti
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Valico degli Eremiti - Passo della Dagliola - Monte Tobbio - versante Nord/Ovest -
Valico degli Eremiti
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Per raggiungere il Valico degli Eremiti in auto da:
- Voltaggio, S.P.166 in direzione Capanne di Marcarolo (Km 5,2)
- Bosio, la S.P.170 in direzione Mornese/Lerma poi S.P. 165 in direzione Capanne di Marcarolo (Km 11,1)
- Lerma, S.P. 170 in direzione Bosio e S.P. 165 in direzione Capanne di Marcarolo (Km 16,0)
- Capanne di Marcarolo, seguendo la S.P. 165 in direzione Bosio (Km 10,8).
Itinerario: Nel Parco 'Capanne di Marcarolo' uno degli itinerari più frequentati e tra i più suggestivi, è quello che porta alla vetta del Monte Tobbio(mt.1092); da quì si può godere di un suggestivo panorama a 360° su tutte le valli circostanti, sulla pianura alessandrina, il mare e la catena delle Alpi. Il sentiero parte in località Valico degli Eremiti, all'incrocio tra le strade provinciali 165 (proveniente da Bosio) e 166 (proveniente da Voltaggio), dove si trova l'omonima chiesetta(mt. 559); a destra della chiesetta(guardando la costruzione) si vede immediatamente l'attacco della mulattiera che è contraddistinta con il segnavia FIE .
Subito dopo i primi tornanti c'è un bivio, entrambi i sentieri conducono al M.Tobbio, nel nostro caso manteniamo la sinistra con segnavia e bianco/rosso del Cai, e proseguiamo salendo in continuazione lungo un sentiero che si presenta con fondo sconnesso e pietroso, ma che si inerpica dolcemente seguendo ampi tornanti sul versante N/E; lungo tutto il percorso sono presenti i due tipi di segnavia, non troppo frequenti ma comunque sufficienti a non perdere la traccia. Si attraversa una pineta molto aperta di pino nero , frammista ad un'abbondante presenza di sorbo montano; in periodo primaverile si può ammirare la fioritura di erica, tipica specie della macchia mediterranea che qui convive con altre specie come la dafne, tipica di ambienti di quota su rocce serpentinose.
Dopo circa mezz'ora di cammino si giunge alla quota di mt. 740 dove si incrocia il sentiero proveniente da Voltaggio, bisogna quindi proseguire in salita e, dopo aver superato un centinaio di mt di dislivello, si giunge al suggestivo Passo della Dagliola (mt. 856), ampia sella erbosa che mette in comunicazione la valle del Rio Lavezze con i bacini del Rio Vergone - Gorzente; da qui in avanti i segnali FIE utilizzano il triangolo giallo, sempre alternati con quelli CAI.
In corrispondenza di un ometto di pietre si svolta decisamente a destra e si prosegue lungo i tornanti sempre abbastanza dolci, che attraversano ambienti sempre più di quota tra arbusti contorti e aree sassose; all'uscita di un tornante si incrocia il sentiero con segnavia che avevamo abbandonato all'inizio. Si prosegue diritti in salita ed ecco che si presenta l'ultimo tratto, tra pascoli e aree prative e si giunge così alla chiesetta del Monte Tobbio (mt. 1092), incantevole punto panoramico, dove lo sguardo può spaziare dal mar Ligure alla catena alpina (1h30'-3,9Km).
La capella del M. Tobbio, dedicata alla N.S. di Caravaggio, fù inaugurata il 4 settembre 1899:“...malgrado il cattivo tempo si fece festa per tre giorni consecutivi con un crescendo consolante di divoti pellegrini, e con entusiasmo indescrivibile”.
Nel 1909 si decide di ingrandire l’edificio della cappella poiché essa “risultò subito insufficiente al bisogno perché numerosi erano i pellegrini che nella solennità si portavano sull’alta vetta, ma pochi tutto al più una cinquantina potevano stare nella Cappella [che ora] [...] è capace di contenere oltre trecento persone, è provvista di sacrestia, è fiancheggiata da un robusto campanile [...] insomma parmi che nulla manchi da poter essere chiamato: un piccolo santuario”.
Da allora, ogni anno vengono celebrati il 26 maggio, ricorrenza dell’ apparizione di N. S. di Caravaggio e il 4 settembre, giorno dell’inaugurazione. Agli inizi del 1900, nelle vicinanze della cappella, venne costruito un rifugio ancora aperto agli inizi degli anni Quaranta, oggi completamente scomparso.
Attualmente esiste un piccolo ricovero annesso alla chiesetta, sempre aperto e non custodito, composto da due stanze con panche, tavolo, sedie, stufa e due letti a castello.
Discesa: si può scendere lungo il medesimo itinerario, oppure, al primo bivio, svoltare a sinistra e seguire il sentiero con segnavia che si snoda sul versante N/O del monte tra zone rocciose che rendono, in questo tratto iniziale, l’ambiente quanto mai suggestivo. Si prosegue alternando ampi tornanti e lunghi traversi tra pascoli, pietraie e vegetazione arborea , infine la pineta fino a ricongiungersi con il percorso della salita.
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Difficoltà: E - Dislivello: 552 m - Percorrenza: 3h - 7,4Km
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Lago delle Rovine - Rif.Genova- Colle di Fenestrelle - Rif.Soria - San Giacomo di Entracque
| Lago delle Rovine-Bacino del Chiotas-Rif.Genova- Lago Brocan-Colle di Fenestrelle-ruderi Casermetta Angelo Bortolo-Rif.Soria Ellena-San Giacomo
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Accesso:
Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso in direzione Valdieri ed Entracque. Passato l'abitato di Valdieri, si prende la deviazione a sinistra per Entracque e, poco oltre, una successiva deviazione a destra per San Giacomo. Oltre la diga della Piastra, un ultimo bivio:
- a destra porta alla testata del Vallone della Rovina e all'omonimo lago, presso il quale si trova un posteggio ed un'area attrezzata a pagamento, punto di partenza per il Rif. Genova
- a sinistra, dopo 5 Km, si arriva in località S.Giacomo punto di arrivo di questo itinerario.
Per evitare una lunga camminata(15 Km) su asfalto è conveniente lasciare l'auto al bivio e raggiungere il Lago delle Rovine con il servizio navetta. Stesso mezzo da S.Giacomo per ritornare al bivio(dal 2005 è stato istituito un servizio di navetta, a cura della Società Gesam, tra Entracque, S. Giacomo di Entracque, Lago della Rovina, Terme di Valdieri- info 0171- 978616)
Itinerario:
Il sentiero ha inizio subito a sinistra della piccola struttura realizzata dal parco al margine superiore del lago delle rovine all'altezza dell'area attrezzata. Saliti pochi gradini, si mantiene la destra in direzione della cabina dell'ENEL e di un tavolo da pic-nic, per poi trovare l'imbocco vero e proprio del sentiero (segnavia M8). La salita inizia con alcuni tornanti tra erba e detriti quindi, con l'aiuto di gradini artificiali, si superano alcune roccette. Si prosegue tra una rigogliosa vegetazione erbacea e una rada vegetazione arborea, si continua ripidi alternando tornanti a tratti scalinati e superando alcune roccette con l'aiuto di una scala metallica. Un'ultima serie di gradini preannunciano l'arrivo sulla strada sterrata utilizzata dall'ENEL durante i lavori per la costruzione della diga ed ora dismessa. Si segue la sterrata verso destra, in breve ci si immette sulla strada asfaltata di servizio alla diga, la si segue verso sinistra e, poco prima della galleria che passa sotto il canale scolmatore, si incontra il bivio a sinistra con la sterrata che porta al Rifugio Genova. Lasciata la strada asfaltata si sale lungo la sterrata e, con percorso a saliscendi, si costeggia la sponda SE del bacino artificiale, lasciando a sinistra il bivio con il sentiero (segnavia M10) per il Colle di Fenestrelle. In breve si giunge al Rifugio Genova Figari da dove si può proseguire, in direzione del Passo della Rovina, per una traccia che scende sui prati sottostanti e raggiunge la sponda del Lago Brocan. Dal rifugio Genova si torna indietro fino al bivio per il Colle di Fenestrelle (segnavia M10) a destra, si comincia a risalire il pianoro erboso e con una serie di ripide serpentine si raggiunge un tratto, a mezzacosta intervallato da tornanti, tra rocce montonate e detriti. Prima di raggiungere il Colle di Fenestrelle si incontrano due piccoli ma spettacolari laghetti. Splendido il panorama che si gode dal colle: il Monte Gelas e gli omonimi ghiacciai, il Massiccio dell'Argentera ed in basso il Bacino del Chiotas. Una breve discesa precede l'ultima risalita che conduce ai ruderi della Casermetta Angelo Bortolo su un panoramico poggio erboso. Da quì inizia la discesa tra praterie alpine in quota e ampi pascoli in basso. Senza eccessiva fatica e con numerosi tornanti, si superano i ruderi del Gias Balmetta, del Gias Alvè e infine si raggiunge una sterrata. La strada guada il corso d'acqua e, piegando verso N, guadagna l'altura sulla quale sorge il Rifugio Soria Ellena. Dal rifugio Soria Ellena con un ripido ma breve sentierino, si scende nuovamente sulla sterrata proseguendo in discesa a destra(segnavia M11), si trascura a destra la sterrata inerbita che scende al Gias della Siula, si oltrepassa il cosiddetto Piazzale dei Cannoni si continua sulla comoda sterrata di fondovalle lasciando a destra il Gias Isterpis. Entrati in un boschetto di faggi si scende il Vallone della Barra fino al rifugio escursionistico del Parco a San Giacomo di Entracque.
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| Difficoltà: E - Dislivello: 1030 m - 17,6 Km Tempi percorrenza:
L.Rovine->Rif.Genova: 1h 30' - Rif.Genova->Rif.Soria: 3h - Rif.Soria->S.Giacomo: 2h
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Viozene - Rif.Mongioie- Bocchin dell'Aseo - M.Mongioie - Bocchin delle Scaglie - Rif.Mongioie - Viozene
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Viozene - Rif.Mongioie - Pian dell'Olio - Bocchin dell'Aseo - M.Mongioie - Bocchin delle Scaglie - Rif.Mongioie - Viozene
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Accesso
Da Genova autostrada A10 fino a Savona, quì si prosegue con l'A6 verso Torino fino all'uscita di Ceva.
Da Ceva si prende a destra e si percorre la SS n.28 lungo la Val Tanaro superando i paesi di Garessio, Ormea, fino a Ponte Nava; da qui si prosegue a destra per Viozene, che si raggiunge dopo una decina di chilometri. Si può lasciare l'auto lungo la strada, nei parcheggi proprio sotto la chiesa.,
Itinerario
Bellissima gita su una delle cime più frequentate e conosciute dell'entroterra ligure. Il Mongioie si trova sul tratto di catena montuosa, compresa tra il Monte Antoroto (m 2149) e il massiccio del Marguareis (m 2651), che fa da confine tra la Liguria e la pianura piemontese. Dalla vetta splendita vista a 360° e nelle giornate limpide è possibile intravedere anche la Corsica.
Lasciata l'auto a Viozene (m 1245) il sentiero ha inizio alla destra della chiesa parrocchiale. Si risale per il borgo percorrendo la stretta stradina cementata che dopo aver superato il caseggiato di "Piumini" diventa sterrata e si addentra in un bosco di nocciole. Dopo 50' di cammino si raggiunge il rifugio Mongioie (m 1520)
Dal rifugio partono due diramazioni per il Mongioie:
- la prima si dirige in direzione del Bocchin dell'Aseo (m 2292) con 2h e 15' di cammino e
- la seconda per il Bocchin delle Scaglie (m 2325) che è consigliato per la discesa.
Noi seguiamo le paline che dal Rifugio ci portano a destra, verso il Bocchin dell'Aseo; il percorso è interamente segnalato in bianco e rosso e ben tracciato. Il sentiero comincia a risalire sempre più ripido a zig zag sulla sinistra del vallone; supera una piccola fonte (a pochi metri dal sentiero), e prosegue verso Piano dell'Olio attraversando una zona adibita a pascolo. Il tracciato si inerpica alla base rocciosa delle Martinelle e lascia sulla destra il vallone della Vastera attraversato dal torrente Regioso. Si Raggiunge il pianoro di Pian dell'Olio (m 2090) dove un masso ben squadrato chiamato "Pietra dello Scambio" ricorda che questa era un'antica via di collegamento tra la Liguria e il Piemonte, a nord infatti si trovano i centri abitati di Artesina (m 1299) e Prato Nevoso (m 1622). Si risale verso il Bocchin dell' Aseo e si percorre la gola che divide il Monte Rotondo (m 2497) e la Cima Revelli (m 2489) dal Mongioie(m 2630). Arrivati al Bocchin dell'Aseo(m 2292) il sentiero a sinistra, segnalato da cartelli, porta sul Mongioie mentre quello a destra costeggia la Cima Revelli (m 2489) il Monte Rotondo (m 2412) e si dirige in direzione del Bric Conoia (m 2521). Sono gli ultimi 400 metri ma anche i più faticosi, il sentiero sale ripidissimo in prevalenza tra scaglie di roccia friabile. Risalendo si può scorgere in basso sul versante a nord il laghetto della Raschera (m 2110). La traccia sbuca sul sul filo di cresta ad alcune decine di metri dalla croce di vetta ; lo si percorre verso sinistra (SSO) su roccette fino a raggiungere la croce posta in vetta. La salita, per quanto faticosa, richiede solo 50' dal Bocchino dell'Aseo; se la giornata è limpida le fatiche sono ripagate dalla splendida vista che spazia dalle Alpi al Mare, è possibile scorgere il Bernina e la Corsica.
Note: Il tratto sulla cresta del M. Mongioie, non difficile ma un pò esposto, va percorso con cautela.
Ritorno:
Si ridiscende dalla parte opposta a quella di salita, per il versante erboso a nord del Mongioie, seguendo alcuni ometti di pietra, in direzione del Bocchin delle Scaglie (m 2325), ad ovest del Mongioie, da dove ha inizio l'omonima gola. Da qui ha inizio un canalone di detriti finissimi e mobili che, ginocchia permettendo, si percorre molto velocemente, quasi come si stesse sciando. Il canalone attraversa le Rocche del Garbo e la Cima delle Colme (m 2378) e al termine si ricollega al bivio dell'andata e quindi al Rifugio.
Non c'è nulla di difficile in questo percorso alternativo, ma individuare la via dalla vetta alla Gola delle Scaglie non è banale e assolutamente da non tentare se la visibilità non è più che buona.
Commento
Classica gita di inizio o fine estate, alla portata di escursionisti allenati, e che non presenta difficoltà purchè non ci sia neve residua nel tratto finale della salita alla vetta. Il Mongioie è la seconda vetta più alta delle Alpi Liguri (anzi, a lungo è stata considerata più alta dello stesso Marguareis) e per il panorama offerto e la facilità di accesso è una meta giustamente molto gettonata.
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| Difficoltà: E - Dislivello: 1390 m - 12,1 Km
Tempi: Viozene->Rifugio: 50' - Rifugio->M.Mongioie: 3h 10'
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