Monte Reale
 
 
 
Il Castello di Monte Reale
 
Era considerato il maggior caposaldo, praticamente inespugnabile, di tutta l'area appenninica a cavallo tra Genova e la pianura padana. Questo castello oggi completamente scomparso, godeva dai suoi 902 metri di quota, di un'ampia visuale su numerosi feudi circostanti quali Ronco Scrivia, Montecanne, Montessoro, Arezzo, Borgo Fornari. Rintracciabile fin dal XII sec. in documenti dove compare con nomi via via diversi:
Monteliario, Monteliaro, Montanario, Montegiaro e Monteggià.
Il castello è estesamente descritto negli Annali del Caffaro a proposito della sua presa da parte di Genova nel 1225.  
Secondo tale descrizione sarebbe stato munito di doppie mura di una certa consistenza, di due torri fiancheggianti l'ingresso, di una chiesa nell'interno del cortile, di residenze per la guarnigione, per i graduati e per le loro famiglie, di un'ampia cisterna.  
Non se ne conosce la data di fondazione ma si sa che appartenne inizialmente ai vescovi di Tortona.
« Di questo possesso vescovile non è contenuto cenno nella bolla di papa Adriano IV del 13 aprile 1157, nella quale vengono confermati al vescovo di Tortona i possessi che lo stesso già nel passato godeva. Ma il possedimento si arguisce comunque dal diploma dell'Imperatore Federico I Barbarossa del marzo 1176... Pur godendo l'alta signoria sul castello di Monte Reale, i vescovi di Tortona da tempo ne avevano investito i marchesi di Gavi. Lo si desume da un documento del 12 aprile 1173 dal quale emerge che i consoli di Genova promettono di difendere il marchese Alberto di Gavi contro i marchesi Malaspina e chiunque altro avesse osato espugnare i castelli di Gavi e di Monteliaro e recar danno agli uomini delle due giurisdizioni... I marchesi di Gavi in prosieguo di tempo cedono la maggior parte dei diritti sul castello e giurisdizione di Monte Reale ai signori Ospinelli di Arquata, noti feudatari e castellani del Medio Evo. Questi però ripetutamente e seriamente molestati sia dai vicini signori di Pobbieto (Borghetto Borbera) che dai signori di Montalto, pervennero alla decisione di cedere ogni loro diritto sul castello al Comune di Tortona in cambio di 320 lire e 2 danari sul pedaggio di Tortona... »   (Lorenzo Tacchella).
Questa cessione, confermata il 4 febbraio 1198, è però seguita da alterne vicissitudini, sempre registrate con particolare precisione dall'autore testè citato.     Nel settembre dello stesso anno il marchese di Gavi cede alcuni diritti sul castello, ancora in suo possesso, al comune di Genova.
Il comune di Genova con un trattato integrativo di pace datato 18 marzo 1218 rinuncia definitivamente, in favore di Tortona, al castello al territorio alla curia e al pedaggio di Monte Reale.
Ma nel 1225 le ostilità tra Genova e Tortona (alleatasi con Alessandria) riprendono e i genovesi attaccano il castello riuscendo a distruggere, con uno stratagemma, le cisterne e costringendo gli avversari alla resa.  Il Caffaro, secondo il brano riportato sempre dal Tacchella, annota che non fu possibile espugnare "manualmente" il castello « ed anco metter per comodità le scale sebbene alcuni dei nostri esponessero, come è costume però invano, le loro persone al pericolo e avessero appressate le scale; infine prepararono un trabocchetto mediante il quale riuscirono a portarsi sotto le mura del castello ed a catapultare nell'interno dello stesso enormi massi di pietra che provocarono la rottura delle cisterne del castello ». 
Nella pace successivamente stipulata il 9 novembre 1227 la Lega Lombarda obbliga però Genova a restituire il castello a Tortona e nomina una commissione di periti milanesi per una stima dei danni da riparare.    La perizia, che risale al marzo dell'anno seguente, è l'occasione per una nuova descrizione del castello dove vengono confermate le mura di protezione più esterne, le mura del castello vero e proprio, le due torri, la chiesa, le cisterne e le abitazioni dei sergenti (i danni ammontarono a 3.025 pavesi, cifra per quell'epoca straordinariamente ingente).
Il conto viene saldato dai Genovesi nel 1235 ed è questa l'ultima data alla quale si cita il Monte Reale e che coincide evidentemente con l'inizio del suo smantellamento.   Essendone infatti passata la giurisdizione agli Spinola che conquistano velocemente la val Scrivia, la val Vobbia e buona parte della val Borbera, si viene ad instaurare a Ronco Scrivia il nuovo centro politico come più idonea posizione all'interno dei confini della giurisdizione.   Del castello di Monte Reale rimangono oggi solo poche tracce della cisterna; la chiesa attuale, dedicata alla Madonna di Loreto, risale alla metà del 1800 e fu costruita probabilmente con materiale recuperato dai ruderi.